La chirurgia estetica per l’aumento del seno
Se è insoddisfatta della forma, delle dimensioni o del volume del suo seno e sta considerando di ricorrere ad un intervento di chirurgia estetica, questa guida è per lei.
Qui ho condensato le informazioni più importanti, in modo da fornirle un’esauriente panoramica di tutti gli aspetti da prendere in considerazione prima di decidere per l’intervento di aumento del seno.
Infatti, anche se la finalità è estetica, la procedura è chirurgica e, in quanto tale, deve essere affrontata in piena coscienza.
Il video sottostante le fornirà una prima panoramica. Prosegua poi con la guida per approfondire.
Indice
- La chirurgia estetica per l’aumento del seno
- 1. I tipi di intervento
- 1.1 Il lipofilling
- 1.2 La mastoplastica ibrida
- 1.3 La mastopessi additiva
- 1.4 La mastoplastica additiva
- 2. Il volume
- 2.1 Le protesi
- 2.2 Il sizer di prova
- 3. La preparazione
- 4. Le incisioni
- 5. Il posizionamento delle protesi
- 6. Il postoperatorio
- 7. Il risultato
- 8. Domande frequenti
- Chi sono
- Dove ricevo
1. I tipi di intervento
Sono diverse le tecniche che permettono di aumentare il volume del seno, e altrettanti i metodi operatori. Ognuna di queste varianti può rivelarsi più o meno indicata in relazione al caso individuale e alle aspettative soggettive.
La paziente, per ovvi motivi, non può essere in grado di sapere con certezza quale sia la tecnica più indicata: è, infatti, il chirurgo plastico l’unico ad avere una specializzazione e una preparazione tale da poter individuare e suggerire il miglior procedimento.
Va da sé che la scelta del chirurgo è decisiva, e per questo deve essere estremamente accurata. Con la salute non si scherza: faccia molta attenzione e non vada alla ricerca del prezzo più basso. La diffusione su larga scala di sedicenti professionisti (senza alcuna specializzazione) che promettono miracoli a prezzi stracciati dilaga infatti in modo preoccupante.
1.1 Il lipofilling
Il lipofilling al seno è il vero lusso della chirurgia estetica mammaria: permette di rifarsi il seno senza protesi e senza cicatrici, utilizzando lo stesso tessuto naturale che manca, il grasso.
L’intervento permette allo stesso tempo di migliorare la silhouette, rimodellando la forma dei fianchi, dell’addome, dei glutei e di altre zone. Il grasso, avendo la stessa consistenza della mammella, permette di ottenere un risultato ancora più naturale.
Purtroppo però, tale intervento è indicato nelle sole pazienti che presentano punti del corpo adeguati da cui prelevare una sufficiente quantità di tessuto adiposo e, soprattutto, che non richiedono aumenti di volume particolarmente significativi, in quanto, con il solo lipofilling, è possibile “guadagnare” al massimo una taglia.
1.2 La mastoplastica ibrida
La mastoplastica ibrida (definita anche Composite Breast Augmentation) è l’intervento che combina il lipofilling della mammella con l’impianto di una protesi mammaria.
Il suo vantaggio principale è quello di permettere un aumento significativo del volume mammario mediante l’utilizzo di protesi piccole: sarà infatti il grasso aggiunto, tramite la tecnica del lipofilling, a completare l’operazione.
Grazie alle iniezioni di grasso, che andranno ad aumentare lo spessore del tessuto mammario, sarà possibile posizionare le protesi in sede retroghiandolare (anziché retromuscolare), velocizzando il recupero post-operatorio e migliorando, allo stesso tempo, la silhouette grazie alla liposcultura.
Questo intervento viene spesso utilizzato anche per correggere un’asimmetria fra le due mammelle: in questo caso infatti non sarà necessario ricorrere all’inserimento di due protesi dal volume differente (che spesso porta ad un invecchiamento disuguale delle mammelle), in quanto il grasso da iniettare compenserà facilmente alla differenza di forma e di volume.
Purtroppo però, anche questa tecnica ha il limite di non poter essere eseguita su pazienti magre, che non presentano una buona quantità di grasso corporeo da poter aspirare, purificare e re-iniettare al fine di aumentare significativamente lo spessore della ghiandola mammaria.
Infatti, se iniettata una quantità insufficiente di grasso al livello della ghiandola, il rischio è che, con l’impianto protesico in posizione retroghiandolare, nel giro di 2-4 anni la protesi diventi visibile e palpabile, sviluppando con molta probabilità un antiestetico effetto rippling (creazione di increspature visibili molto simili a delle rughe). Questo succede perché il grasso, quando iniettato in piccole dosi, tende, purtroppo, a riassorbirsi molto velocemente.
1.3 La mastopessi additiva
L’intervento di mastopessi additiva prevede, oltre all’aumento del volume mammario, anche un suo riposizionamento verso l’alto (lifting). È particolarmente indicato per quelle pazienti che presentano un seno rilassato, cadente e svuotato.
L’aumento del seno, in questa tipologia di intervento, può essere eseguito con l’utilizzo di protesi mammarie in silicone (mastopessi con protesi), mediante l’utilizzo del grasso della paziente (mastopessi con lipofilling) oppure rimodellando la ghiandola stessa (mastopessi con autoprotesi).
1.4 La mastoplastica additiva
Ed eccoci arrivati all’intervento più eseguito in assoluto in chirurgia estetica: la mastoplastica additiva. Questa, come probabilmente saprà, permette di aumentare il volume del seno mediante la sola introduzione di protesi mammarie.
Non per questo, però, è un intervento di portata inferiore rispetto agli altri sopra descritti, anzi: nella maggioranza dei casi è la soluzione più adatta ad esaudire i desideri della paziente.
Di seguito può vedere il docu-video di un caso di mastoplastica additiva da me eseguita, dalla prima visita conoscitiva al periodo postoperatorio.
2. Il volume
La prima cosa da tenere a mente è che la “misura perfetta” non esiste: esiste solo quella più adatta al caso specifico, che permette di ottenere l’equilibrio più armonico possibile.
Una quarta misura, ad esempio, può fare al caso per un certo tipo di fisicità, e allo stesso tempo risultare fortemente innaturale su di un’altra. Per questo motivo è importante cercare sempre una soluzione personalizzata e non dettata dalla moda del momento.
2.1 Le protesi
Ogni donna presenta caratteristiche e aspettative diverse, per questo esiste un’ampia gamma di protesi mammarie differenti per stile, forma, dimensioni, consistenza, volume, altezza e proiezione. La scelta accura ta di queste caratteristiche, in relazione ai desideri e alle caratteristiche anatomiche della paziente, permette di ottenere un risultato naturale e armonioso per ogni intervento.
Le protesi mammarie più utilizzate sono quelle che presentano un involucro di silicone solido e un interno in gel di silicone altamente coesivo, il quale dona una sensazione di grande naturalezza, andando a ricreare molto bene la vera consistenza del tessuto mammario.
Mentre un tempo le protesi avevano la necessità di essere sostituite ogni 10-15 anni, ad oggi, grazie alla loro modernizzazione, possono essere tranquillamente conservate anche per tutta la vita. La loro sostituzione è da considerare, ad esempio, nel momento in cui vi dovesse essere, negli anni, una caduta del seno e si volesse a quel punto risollevarlo con un lifting: in questo caso si potrebbe infatti optare per un intervento combinato di risollevamento del seno e cambio delle protesi mammarie.
Le protesi possono avere differenti tipi di superficie (da liscia a ruvida) e, tenendo conto della forma, si possono suddividere in anatomiche (a goccia), rotonde ed ergonomiche.
• Protesi ANATOMICHE (a goccia)
In virtù della presenza di un gel molto coesivo, permettono di mantenere la forma anatomica della mammella, con un riempimento maggiore del polo inferiore e minimo a livello superiore.
• Protesi ROTONDE
Assicurano un riempimento anche a livello del polo superiore della mammella, che può essere maggiore o minore in funzione del tipo di gel di silicone utilizzato e della sede di impianto.
• Protesi ERGONOMICHE
L’ultima generazione di protesi. Sono protesi rotonde costituite da un gel di silicone particolarmente morbido, simile alla consistenza del seno naturale. Se posizionate in alloggiamento sottomuscolare con tecnica Dual-Plane (di cui parlerò a breve) permettono un risultato estremamente naturale per forma, consistenza e comportamento. E’ la protesi stessa, infatti, che assume una forma a goccia e si adatta spontaneamente alla forma della mammella in ogni suo movimento.
2.2 Il sizer di prova
Grazie ad una grande varietà di sizer di prova, la paziente è, fin da subito, in grado di vedersi con il seno che potrebbe avere: tenendo conto delle misurazioni anatomiche che si effettuano durante le visite preoperatorie e delle aspettative della paziente stessa, è possibile, infatti, confezionare su misura la scelta della protesi mammaria più adeguata.
Personalmente, nel caso in cui la paziente sia indecisa sul volume scelto, la invito a beneficiare del kit di sizer “Enhance”, costituito da un morbido reggiseno e da due protesi speciali in silicone che permettono di ricreare la taglia, il volume e l’effetto ottenibile dopo la mastoplastica additiva. Questo kit può essere indossato sotto i vestiti nei giorni successivi alla visita e permette alla paziente di provare in totale libertà l’effetto che otterrebbe con il tipo di protesi scelto, confermando o scegliendo un volume differente (più grande o più piccolo).
3. La preparazione
Dopo aver effettuato la visita, si prenda del tempo per decidere e, una volta fatta la sua scelta, programmi l’intervento in modo consapevole.
Ci sono delle analisi da fare per il pre-operatorio (analisi del sangue, ecografia mammaria, rx del torace, elettrocardiogramma) e delle tempistiche di recupero ben definite che dovrà rispettare per la sua salute.
Abbia quindi la certezza di poter avere sia un periodo di preparazione sia uno di riposo, congrui alle sue necessità.
4. Le incisioni
La scelta dell’incisione (nei casi in cui l’intervento preveda l’inserimento di protesi) dipende dai desideri della paziente e dalle sue caratteristiche anatomiche. Le vie di accesso possibili sono 3:
• Incisione PERIAREOLARE
La cicatrice viene effettuata lungo il bordo inferiore dell’areola, in modo tale che la pigmentazione areolare possa nascondere la cicatrice nel tempo e divenire impercettibile. Questa via di accesso è possibile quando il diametro areolare è maggiore di 3.5 cm.
• Incisione INFRAMAMMARIA
È la via di accesso classica, la cicatrice viene nascosta nel polo inferiore della mammella, lungo il solco inframammario. La lunghezza della cicatrici dipende dal chirurgo. Grazie all’impiego di uno strumento chiamato funnel, è ad oggi possibile eseguire incisioni molto piccole (2,5/3 cm), che permettono comunque anche l’introduzione di protesi dalle dimensioni importanti. Questo tipo di cicatrice offre il vantaggio di azzerare il rischio di interrompere i dotti ghiandolari ed è possibile nasconderla adeguatamente quando il polo inferiore della mammella è già sviluppato.
• Incisione ASCELLARE
In casi selezionati è possibile effettuare una cicatrice nel cavo ascellare che permette di evitare la presenza di cicatrici a livello mammario.
La sede dell’incisione è una scelta importante: il mio ruolo è quello di spiegare alla paziente vantaggi e svantaggi di ciascuna affinché possa effettuare una scelta veramente consapevole.
Personalmente, per ridurre davvero al minimo la visibilità delle cicatrici (di massimo 3 cm nelle mie pazienti), effettuo una particolare sutura che prevede l’assenza di nodi interni e di punti esterni, i quali dovrebbero poi essere rimossi; inoltre, nel periodo postoperatorio prescrivo l’utilizzo di particolari medicazioni al fine di migliorare ulteriormente la guarigione delle cicatrici che, nel tempo, diventeranno sempre più invisibili.
5. Il posizionamento delle protesi
Nei casi in cui l’intervento preveda l’inserimento di protesi (ovvero sempre, se si vuole “guadagnare” almeno una taglia in più), è sicuramente di primaria importanza la sede in cui decideremo, attraverso il tipo di incisione indicato, di posizionare l’impianto protesico scelto.
Possiamo, infatti, decidere se inserire le protesi in:
• Posizione RETROGHIANDOLARE
Viene effettuato uno scollamento sopra il grande pettorale (piano di Chassaignac), conservandone la fascia intatta. È l’intervento classico e più rapido, con un post-operatorio particolarmente rapido e leggero. Questa tecnica è indicata solo in presenza di una ghiandola di notevoli dimensioni (pinch test di 3 cm almeno) che permetta di coprire adeguatamente la protesi.
• Posizione SOTTOFASCIALE
Un’altra tecnica semplice nell’esecuzione, che consiste nello scollare la fascia muscolare dal gran pettorale, in modo tale da poter alloggiare la protesi al di sotto di essa. In questo modo l’impianto protesico godrà di una migliore copertura.
• Posizione RETROMUSCOLARE TOTALE
Essa comporta l’inserimento della protesi in un piano completamente retromuscolare, a cui si giunge sollevando il gran pettorale e una parte del muscolo obliquo esterno e del dentato. Permette una copertura totale della protesi che, però, ha una tendenza elevata a risalire verso l’alto. Inoltre, è un intervento piuttosto doloroso.
• Posizione RETROMUSCOLARE PARZIALE
Con questa tecnica si procede direttamente a sollevare il muscolo gran pettorale dalle coste e dal piccolo pettorale. Permette un’ottima copertura della protesi, riducendo il rischio di dislocazione verso l’alto.
Fra tutte, la DUAL-PLANE un tipo di retro-muscolare parziale, è quella che meglio si adatta al maggior numero delle pazienti: è infatti ad oggi considerata il “Gold Standard” per gli interventi di Mastoplastica Additiva, in quanto tecnica più all’avanguardia e con i maggiori vantaggi, che permette di ridurre i tempi di convalescenza e di ottenere risultati estremamente naturali.
È importante non confondere assolutamente la tecnica Dual-Plane con la “Triple-Plane” (altro tipo di retro-muscolare parziale), spesso oggetto di pericolosa disinformazione.
Nonostante, infatti, il suo nome presagisca un’innovazione e sia spesso erroneamente presentata come tecnica di livello superiore alla Dual-Plane, è in realtà molto datata e trova indicazione solo ed esclusivamente in conseguenza ad una precedente operazione chirurgica mal riuscita, in cui la protesi della paziente tende a spostarsi in concorrenza della contrazione del muscolo pettorale.
Tale tecnica consiste infatti nel taglio netto del muscolo pettorale (che con il tempo tenderà quindi ad atrofizzarsi) ed è sostanzialmente una tecnica DEMOLITIVA. Per questo faccia molta attenzione e diffidi di ogni sua presentazione distorta.
6. Il postoperatorio
Qualunque sia l’intervento scelto per l’aumento del volume del seno, sono certamente necessari il riposo e l’osservazione di alcune indicazioni.
Ad ogni modo, grazie a particolari accortezze tecniche di cui è possibile avvalersi durante l’operazione, è possibile vivere un recupero post-operatorio particolarmente rapido e leggero.
Per quanto riguarda la mastoplastica additiva con protesi, ad esempio, già il giorno successivo all’operazione tolgo la medicazione compressiva, cambiandola con un semplice reggiseno. La paziente potrà farsi la doccia e muovere le braccia tranquillamente, avendo la sola cura, anche in assenza di dolore, di evitare sforzi importanti. In funzione del tipo di mansione, potrà ricominciare a lavorare anche dopo soli 3-4 giorni.
7. Il risultato
Se l’intervento è stato eseguito correttamente, il seno dovrà apparire in modo estremamente naturale.
Di seguito un esempio di risultato naturale (intervento da me eseguito):
Salvo i rarissimi casi (per fortuna) in cui è la paziente stessa a domandare espressamente al chirurgo un seno “finto”, nel momento in cui è possibile, ad esempio, riconoscere la presenza di protesi, significa che, con grande probabilità, vi è stato a monte un qualche tipo di errore tecnico.
Gli errori più frequenti che il chirurgo deve assolutamente evitare nell’intervento di mastoplastica additiva sono:
1. Misura protesica inadeguata
Se vengono utilizzate protesi troppo larghe o troppo alte rispetto alla base della mammella, la conseguenza sarà la deformazione della protesi, la quale deformerà a sua volta la mammella stessa. Ne verrà fuori un seno che, a prescindere dalle dimensioni, risulterà visivamente deforme.
2. Tecnica inadeguata
Inserire l’impianto protesico in posizione retro-ghiandolare in una paziente troppo magra causerà l’eccessiva visibilità della protesi, con tanto di “scalino” tra la parte superiore del petto e l’impianto.
3. Protesi di bassa qualità
Risparmiare sul costo delle protesi mammarie è sempre una pessima idea. Protesi troppo dure, che formano pieghe o con un involucro non adatto al caso in questione, risulteranno troppo visibili e innaturali al tatto.
8. Domande frequenti
Con le protesi potrò allattare?
L’allattamento non dipende assolutamente dall’intervento, se una donna è geneticamente predisposta ad allattare potrà farlo tranquillamente anche dopo l’intervento.
Quanto durano le protesi?
Le protesi al seno sono progettate per durare a lungo, infatti sono garantite a vita dalle case di produzione, ma potrebbe essere necessario sostituirle dopo diversi anni, dipende dal singolo caso.
Potrò fare la mammografia?
Le pazienti portatrici di protesi mammarie possono effettuare tranquillamente tutti i normali controlli di prevenzione senologica come ecografia, mammografia o risonanza magnetica. Gli operatori sanitari sono formati per eseguire gli esami in modo sicuro anche con le protesi al seno.
La cicatrice si vedrà?
Da alcuni anni ormai effettuo cicatrici di 2,5-3 cm massimo di lunghezza e, grazie al corretto posizionamento nelle pieghe anatomiche e ad una sutura speciale senza punti esterni e senza nodi interni, la loro visibilità ne risulta notevolmente ridotta. Inoltre, per migliorare ulteriormente il risultato estetico delle cicatrici, ho messo a punto un protocollo postoperatorio, sempre da effettuarsi in maniera personalizzata su ciascuna paziente, che comprende diversi trattamenti, come iniezioni, laser, creme e medicazioni avanzate. Dunque, la cicatrice, a qualche mese dall’intervento, risulterà praticamente impercettibile.
Ho paura dell’anestesia. È sicura? Si può fare l’anestesia locale?
L’anestesia ha subìto dei miglioramenti incredibili nel corso degli ultimi 30 anni ed è ormai una procedura sicurissima. L’importante è farsi operare in strutture adeguate con medici preparati ed un elevato standard sanitario. Ovviamente, prima dell'intervento, sarà necessario eseguire uno screening generale in modo tale da verificare che la paziente sia idonea a sottoporsi all'intervento chirurgico. In casi selezionati, qualora la paziente volesse, al posto dell’anestesia totale sarà possibile procedere con l’anestesia locale con sedazione.
Dopo quanto potrò tornare in palestra o a fare attività fisica intensa?
Dopo l'intervento è importante permettere al corpo di guarire adeguatamente prima di riprendere l'attività fisica. Di solito sono necessarie 4 settimane di riposo.
Dopo quanto potrò tornare a guidare?
Generalmente consiglio qualche giorno di astensione dalla guida.
Perderò sensibilità al seno?
Nel primo periodo la sensibilità può risultare alterata (maggiore o inferiore), ma nel corso di qualche mese tornerà ad essere la stessa di prima.
Le protesi possono rompersi?
La rottura della protesi è evento assai raro se sono state utilizzate protesi di buona qualità.
Chi sono
Sono il Dr. Riccardo Marsili.
La mia filosofia è quella di ascoltare con attenzione le richieste delle mie pazienti, capire quali sono le loro aspettative e assecondare, entro i limiti etici ed anatomici, le loro necessità al fine di trovare la soluzione migliore che soddisfi i loro bisogni.
Sono specializzato in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica e mi alterno tra Pisa e Parigi, dedicandomi esclusivamente alla chirurgia e medicina estetica. Lavorare sia in Francia che in Italia è per me un grande stimolo, in quanto mi permette di confrontarmi con i colleghi più importanti al mondo ed essere costantemente aggiornato sulle tecniche più moderne.
Per i miei interventi mi affido a strutture d’eccellenza, dagli alti standard di sicurezza e dove posso lavorare secondo i più elevati criteri di qualità e professionalità.
Oltre a portare avanti la mia attività clinica e chirurgica, sono anche autore di numerose pubblicazioni scientifiche apparse su riviste internazionali di grande rilievo per il settore della Chirurgia Plastica.
Curriculum in breve:
- Laurea a pieni voti in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Pisa.
- Specializzazione in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l'Università degli Studi di Siena riportando la votazione di 70/70 e Lode.
- Abilitazione all'esercizio della professione medica c/o l'Università degli Studi di Pisa e conseguente iscrizione all'Albo dell'Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Lucca con il numero 3135.
- Collaborazione di 5 anni con l’U.O. di Chirurgia Plastica Ricostruttiva dell’Ospedale di Pisa diretta dal Dr. Marcello Pantaloni.
- Fellowship in Chirurgia Estetica presso il dipartimento di Chirurgia Plastica ed Estetica di Colonia (Krankenhaus Wesseling - Plastische Chirurgie - Dr.med. Dirk F. Richter, Wesseling, Köln, Germania) diretto dal Prof. Dr. Med. Dirk F. Richter.
- Fellowship in Chirurgia Estetica presso la Clinique des Champs Elysées di Parigi.
Dove ricevo
PISA Casa di Cura San Rossore Viale delle Cascine, 152/f 56122 Pisa PI
PARIGI Cabinet Médical Dr Marsili 225 Rue du Faubourg Saint-Honoré 75008 Paris, France